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DALLE PIRAMIDI A MONTESACRO

Fin da piccola mi si ripeteva "quando l'acqua arriva al culo s'impara a nuotare": quanta saggezza in tanta semplicità.

Ebbene, tra un DPCM e un'ordinanza,  come dice un pragmatico Briatore, la cassa resta vuota e c'è da fare.

Intorno la metà di gennaio/2022 decido di cercami un lavoro per raccogliere i cocci lasciati dal covid19 e ripartire in carreggiata.

Mando in un solo giorno più di 100 CV (mi ero ripromessa di contarli ma arrivata a cento ho abbandonato l'impresa) usando il celeberrimo portale di annunci SUBITO.IT e ricevo una -sola- risposta: si tratta di una frutteria a Montesacro alto  a cui occorre un addetta che si occupi di bilancia e cassa.

Puntuale ed entusiasta, come solo io posso esserlo per qualsiasi cosa porti soldi alle mie tasche, mi presento al titolare del negozio, un ragazzo di nazionalità egiziana. 

Con buona padronanza della lingua italiana, mi conferma la turnazione che prevede due giorni liberi al mese, mi comunica l'importo dello stipendio -600.00€- e, con la stessa disinvoltura con cui si va dal parrucchiere, puntualizza che non fa contratti e contempo ma che il 10 di ogni mese, cascasse il mondo, io avrò i miei soldi in mano.

La conversazione prosegue disinvolta e a voce sostenuta di fronte l'indifferenza dei clienti: roba che se io se dovessi dire la metà delle sue cazzate avrei certamente la finanza dietro il c***o.

Di fronte le mie -lecite- perplessità circa la responsabilità civile in caso d'infortunio e verso i rischi del lavoro in nero, mi risponde, come se mi avesse letto nel cervello e con quell'arroganza tipica di chi può, che è inutile pensare a vertenze e cose simile tanto "basta chiudere e intestare a fratelli, moglie etc...".

Torno a casa con uno stato d'animo confuso: un mix di amarezza e delusione arricchito da una buona dose di sconforto.

Per metabolizzare la cosa faccio passare qualche giorno, facevo così anche quando avevo il mio food blog: per recensire un locale attendevo sempre qualche giorno altrimenti la valutazione sarebbe stata inevitabilmente viziata. 

Trascorso il tempo necessario, faccio un giro sul sito dell'ispettorato del lavoro e, scaricato il relativo modulo, mi rendo conto che non sussistono gli estremi per denunciare in quanto dev'essere in corso un qualche rapporto lavorativo; paradossalmente avrei dovuto accettare il lavoro in nero per poterlo denunciare, pazzesco eh?

Da questa esperienza sono infinite le considerazioni che si possono trarre ma credo che tutte siano legate dallo stesso fil rouge, ovvero che, nonostante il SuperGreenPass, l'eco-sostenibilità, lo smartworking, la FinTech, l'identità digitale, TikTok o la DAD, l'Italia è ancora oggi il Paese degli intrallazzi, del magna-magna, delle amicizie e delle bustarelle: in poche parole un pacchetto preconfezionato da prendere o lasciare.

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